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Gli esclusi

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A quale dio appartengono gli esclusi
Non al Dio delle Chiese
Non allo Stato non alla Società
Sono i figli miei i figli tuoi non altri
Con la loro dignità soppressa
Senza una vita senza un futuro
Figli di nessuno come i fallimenti
Ingannati e mandati allo sbaraglio
Dalla presbiopia degli stolti
Che vedono una lontana umanità dolente
Ma sono ciechi alla moltitudine prossima

 Franca Colozzo - 11/05/2018 13:01:00 [ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]

Bellissima poesia questa tua, che ci fa riflettere su un’umanità dolente figlia di nessuno, negletta e abbandonata al suo infame destino. Spesso i nostri occhi orbi si rifiutano di guardare oltre per continuare a farci vivere in modo confortevole. Non bastano preghiere e proclami, nessun credo ci salverà da questa ignominia. I nostri fratelli soffrono e noi giriamo la testa per non vedere!
Sono contenta di rileggerti Angelo dopo tanto tempo. Mi sarebbe dispiaciuto se tu non ci avessi più offerto i tuoi splendidi doni.
Un saluto affettuoso. Buon pomeriggio.

 Klara Rubino - 11/05/2018 09:49:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

Concordo con Elisa è davvero bella e non solo per il contenuto, ma anche per come è scritta.
C’è una sola similitudine al centro molto efficace.
Sono figli miei tuoi= sono figli di nessuno, dunque noi siamo nessuno, non siamo nessuno se non difendiamo la dignità umana, perché allora potremmo produrre solo fallimenti.
E poi hai condotto bene a compimento, con coerenza di ragionamento la metafora della presbiopia (il disturbo di chi non vede più bene da vicino ) nel finale.
Complimenti anche per la recitazione.

 Elisa Falciori - 11/05/2018 09:08:00 [ leggi altri commenti di Elisa Falciori » ]

Una domanda di cui si conosce sia la genesi che la risposta...una umanità dolente che diventerà moltitudine. Vera, profonda bella poesia declamata con intensa partecipazione! Grazie Angelo. un caro saluto

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